Questione di filtri

Questione di filtri

Soprattutto durante la stagione invernale, quando non sempre è possibile aprire le finestre per cambiare aria ed il riscaldamento appesantisce di polveri l’atmosfera interna, i batteri e i cattivi odori, i microrganismi nocivi e gli allergeni presenti nelle stanze possono addensarsi fino a saturare l’aria che respiriamo provocando allergie, crisi asmatiche e generalizzati peggioramenti della condizione di salute delle vie respiratorie.
In che modo sarà possibile risolvere tale problema?

L’importanza di filtrare

Cercare di migliorare la qualità dell’aria presente in un ambiente chiuso è lo scopo principale del purificatore d’aria. Il nucleo centrale del sistema risiede fondamentalmente nella struttura stessa del filtraggio. I migliori purificatori di aria presentano per lo più una doppia o triplice combinazione di filtri diversi, con prerogative tecniche e funzionali specifiche.

Difficile comprendere chiaramente il funzionamento dei differenti sistemi di purificazione d’aria, senza avere conoscenze tecniche pregresse. E’ consigliabile perciò approfondire l’argomento, documentandosi prima di acquistare un purificatore d’aria. Per questo, suggeriamo una lettura preventiva delle pagine web più specificatamente tecniche, pubblicate sui siti specialistici: per un tale approfondimento, ad esempio, potranno essere di grande aiuto le schede che troverete al link www.migliorpurificatorearia.it, sito specializzato nell’analisi dei migliori purificatori d’aria attualmente in commercio.

Tipologie di filtri

Volendo dare priorità alla qualità del purificatore e alla capacità di sanificazione, tralasciando le questioni estetiche legate al gusto personale e quelle più strettamente economiche, analizziamo le differenti tipologie di filtri che dovrebbero essere presenti in un buon sistema di sanificazione.
Il filtro HEPA è, in assoluto, il primo da citare: è quello più diffuso e conosciuto, composto fondamentalmente da strati di microfibra, alternati a fogli di alluminio, in grado di attrarre staticamente le particelle dei microrganismi più piccoli e sottili.

La tecnologia HEPA risale ai tempi della seconda guerra mondiale, quando i militari americani reputarono necessario prevedere un sistema di pulizia dell’aria per contrastare i rischi legati alle esplosioni nucleari. Si tratta perciò di una tecnologia ampiamente sperimentata e che è stata oggetto di un continuo processo di ricerca scientifica.

La capacità di questi filtri, ovvero il parametro che pondera quantità d’aria purificata e riemessa pulita nell’ambiente, viene classificata con valori crescenti da da H10 ad H14. Nei purificatori d’aria migliori, in combinazione con i filtri HEPA, troviamo molto spesso sistemi filtranti a trame maggiori, in grado di catturare anche i germi e i batteri più grandi, come microbi e peli di animale.
Il filtro a carboni attivi, infine, conclude il sistema top quality.

La sua funzionalità principale risiede nella capacità di assorbire fumi ed odori, qualità questa quanto mai utile oggi, dal momento che spesso ci si trova a dover gestire i rifiuti all’interno di casa, in attesa del ritiro della raccolta differenziata.

Mentre le prime due tipologie di filtraggio assorbono l’aria, trattenendo microrganismi e batteri, per rilasciarla all’esterno pulita e sanificata, il filtro a carboni attivi attira e trattiene senza restituire, mantenendo così l’aria pulita, perfettamente umidificata e rinfrescata.

Attenzione ai costi

Nella valutazione del miglior sistema di sanificazione dell’aria, occorre tenere presente, oltre che il costo vivo dell’acquisto iniziale, anche il successivo consumo elettrico ed infine il prezzo delle singole componenti che andranno sostituite ciclicamente.
Come suggerisce il sito www.migliorpurificatorearia.it sarebbe opportuno optare, ad esempio, per modelli di purificatori che abbiano filtri lavabili e che diano massima priorità al risparmio energetico.

Nella scelta del miglior purificatore d’aria suggeriamo perciò di verificare sempre la presenza di un sistema integrato di filtraggio, valutare la potenza (ponderata in base alla dimensione dello spazio da sanificare), la bassa rumorosità, la minima quantità di emissioni, la capacità di aspirare un’elevata percentuale di sostanze nocive e, infine, quella di restituire aria pulita nell’ambiente (valore CADR – Clean Air Delivery Rate).