Dal mese di gennaio di quest’anno, in Italia la soglia massima di utilizzo di denaro contante si attesta a 999,99 euro. Il limite di prelievo dal proprio conto corrente tuttavia varia in base al frazionamento mensile, ed in ogni caso non deve superare la soglia massima di 10 mila euro. Sforando si viene infatti segnalati alla UIF e di conseguenza anche all’Agenzia delle Entrate. Fatta questa importante quanto doverosa premessa, vediamo nei dettagli quali sono i limiti di prelievo in contanti e i rischi connessi alle infrazioni.
Qual è il limite massimo di prelievo dal conto corrente?
Per evitare di essere segnalati alle autorità di controllo interbancarie e fiscali è necessario attenersi alle normative vigenti sul limite massimo di prelievo contanti https://www.finanzanews24.com/prelievo-contanti-tutto-quello-che-bisognerebbe-sapere-per-vivere-tranquilli-e-senza-paure/ dal conto corrente. Da ciò si deduce che la soglia riguarda anche l’utilizzo di denaro liquido. Nello specifico ci si riferisce ai limiti legati all’erogazione di determinate somme per effettuare dei pagamenti. Per fare un esempio, se si tratta di saldare un debito a seguito di beni o servizi ricevuti da un idraulico, un muratore o un architetto, se il pagamento in contanti è inferiore alla soglia di 999,99 euro allora l’operazione è fattibile. Superarla significa invece correre il rischio di essere segnalati al Fisco. In questo caso eventuali cifre aggiuntive vanno esclusivamente pagate tramite assegno o bonifico, oppure in più trance senza però superare la somma massima di 10000 euro mensili. Questo termine di legge serve necessariamente a scongiurare il riciclaggio di denaro e quindi all’insegna della tracciabilità.
La normativa antiriciclaggio sui prelievi in contanti
La normativa antiriciclaggio riguardante il prelievo massimo di contanti dal proprio conto corrente a parte la cifra standard giornaliera di 999,99 euro non deve comunque superare i 10 mila euro mensili. Non ottemperare a ciò, significa incorrere in controlli severi. Il primo viene eseguito dalla UIF ossia l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia e che scatta nel momento in cui quest’ultima nota dei movimenti sospetti di denaro. Nello specifico l’addetto allo sportello della banca in cui si esegue l’operazione, rappresenta il primo importante punto di partenza della suddetta segnalazione e che scatta nel momento in cui il cliente supera la fatidica soglia dei 10000 euro in contanti in una sola trance. La UIF dal canto suo valuta se è il caso di approfondire la questione, specie se il soggetto che ha fatto esplicita richiesta di denaro contanti è recidivo. Indipendentemente da ciò, il suddetto ente di controllo deve comunque monitorare l’andamento della situazione costantemente, proprio per evitare che i soldi prelevati vengano sfruttati per attività illecite o atti di terrorismo.
Il controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate
Nel momento in cui la UIF ha accertato che ci siano state delle infrazioni in merito alla normativa vigente sul prelievo massimo di contanti, provvede a inoltrare la pratica all’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima grazie al suo database è infatti in grado di eseguire dei controlli incrociati, atti a verificare gli importi relativi a versamenti di contanti o assegni o di bonifici ricevuti. Questa anomalia di conseguenza mette in stato di allerta il conto corrente del soggetto interessato, e di conseguenza implica anche un controllo di tutte le altre persone o società coinvolte nelle transazioni. Se poi dati alla mano l’illecito è evidente, allora il suddetto ente regolatore del sistema fiscale italiano, approfondirà ulteriormente le sue indagini controllando dettagliatamente qualsiasi tipo di movimentazione di soldi di tutte le entità interessate, così come il saldo e persino eventuali cassette di sicurezza o titoli di Stato.