Prendere l’impronta dentale in maniera corretta è un momento fondamentale quando si deve diagnosticare una condizione a carico delle arcate o progettare un intervento ortodontico. Pensa ad esempio all’installazione di protesi: non sarebbe possibile se non si avesse a disposizione l’impronta dei denti del paziente.
Esistono diversi modi per ottenere impronte dentali con estrema precisione. Addirittura, oggi è possibile farlo digitalmente, attraverso uno scanner ottico ad alta precisione. La modalità analogica di acquisizione dell’impronta dei denti è tuttavia ancora ampiamente utilizzata con il silicone che si conferma tra i materiali più scelti per condurre quest’operazione, a causa dei tanti vantaggi offerti. Abbiamo analizzato il tutto insieme a DENS che svolge la sua attività come dentista a Como.
Impronta dentale: cos’è
Ma cos’è in sintesi l’impronta per denti? Essa non è nient’altro che un calco che ricrea fedelmente la fisionomia del cavo orale di un paziente e può riprodurre soltanto una delle due arcate dentali o entrambe. Prendere le impronte dentali è necessario in alcuni casi specifici, quali la realizzazione di:
- Impianti;
- Protesi;
- Ponti;
- Apparecchi.
Mai come in questo frangente l’accuratezza del dentista è decisiva. Prendere l’impronta dei denti correttamente garantisce infatti che i dispositivi protesici o gli apparecchi aderiscano con naturalezza nella bocca del paziente. L’intervento tradizionale di rilevamento dell’impronta dei denti è generalmente molto rapido: si parla di circa 3-4 minuti per arcata. Durante questo tempo, il dentista applica sulle arcate del paziente un dispositivo chiamato cucchiaio portaimpronta, riempito di un materiale da impronta. Generalmente vengono usati alginato e silicone, in base a quelle che sono le esigenze in termini di precisione e tempi di conservazione.
È una procedura non dolorosa, priva di effetti collaterali rilevanti. L’unico inconveniente è rappresentato da una possibile sensazione di nausea. Questa è principalmente legata a stati di ansia o stress del paziente. Per questo motivo è importante che durante il trattamento, il dentista lo tranquillizzi, favorendo una regolare respirazione nasale e una corretta posizione di schiena e testa.
Impronte dentali: quali sono i siliconi che vengono utilizzati
I siliconi dentali hanno un gran successo nella realizzazione dell’impronta per denti, in virtù di vantaggi quali:
- Maggiore stabilità a contatto con l’arcata;
- Tasso di precisione nella riproduzione dei dettagli più elevato rispetto ad altri materiali;
- Superiore capacità di recupero dalle deformazioni;
- Proprietà fisiche adatte all’operazione (ad es. durezza, resistenza…);
- Facilità di utilizzo e disinfezione;
- Buona biocompatibilità.
I dentisti utilizzano principalmente due tipologie di silicone per impronte dentali:
- Siliconi per condensazione: sono conosciuti anche come siliconi di prima generazione o polidimetilsilossani. Messi a punto negli anni ’50, sono composti da un polimero siliconico. La loro densità può venire più o meno aumentata aggiungendo ossidi metallici e polvere di silice. Si distinguono per un tempo di miscelazione ridotto, che accelera a temperature più alte e diminuisce con quelle più fredde. Sono inoltre molto elastici, economici e resistenti all’acqua, ma non sono adesivi e peccano in stabilità rispetto alle controparti più moderne;
- Siliconi per addizione: creati all’inizio degli anni ’80, sono anche noti come polivinilsilossani o siliconi di seconda generazione. Sono un’alternativa più performante della variante a condensazione, in quanto il processo di miscelazione è semplificato. Vanno inoltre a migliorare determinate qualità, tra cui la stabilità dimensionale o la resistenza allo strappo. Il loro livello di recupero elastico è impareggiabile, garantendo così il massimo livello di precisione. I siliconi per addizione più moderni possiedono anche una maggiore bagnabilità senza che questa si associ però all’idrofilia.
La scelta del silicone più adatto non dipende tuttavia solo dalle loro caratteristiche. Importante è anche il contesto d’utilizzo. Sebbene superiore, il silicone per addizione non può essere impiegato a contatto con sostanze contenenti zolfo, come ad esempio alcuni guanti in lattice, o con prodotti odontoiatrici a base di solfato di alluminio.
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